PIc16/18 e concorrenza Arduino
13 Anni 2 Mesi fa #1
da gcupini
PIc16/18 e concorrenza Arduino è stato creato da gcupini
Ciao Mauro, e a tutti quelli in <ascolto>
Durante l'estate, <ho lavorato>, più esattamente ho aiutato un amico a programmare Arduino Uno, Arduino Mega e altri cloni con shield tipo Xbee.
Mi sono reso conto che un primo approccio non solo hobbistico ma anche di “prototipazione” di progetti fimware diventa molto rapido e anche “relativamente” poco costoso.
Un clone di Arduino Uno costa (spedizione dalla Cina inclusa) sui 15-18 Euro. Un Arduino Mega 2560 costa sui 26-30 Euro.
Ora c'e anche ChipKit della Microchip, compatibile quasi totalmente con Arduino e molto più potente che è accessibile con 50-60 Euro (Originale).
Mi chiedo quale spazio rimane per le tue mitiche schede Freedom? Certo se uno deve apprendere la programmazione dei micro 16F o 18F sono utilissime ma …?
Mi pare che l'unico futuro sia quello della didattica applicata successivamente e di necessità alla progettazione che fa uso di chip della Famiglia 12F, 16F 18F.
Io sono ancora affezionato ai tuoi Freedom che uso per i miei progetti amatoriali, ma mi chiedo quando resisterò a passare ad Arduino o ChipKit che permettono una prototipazione del software molto più veloce di quella che si ottiene con MPLAB - HI TECH C o C18.
Se le mie considerazione non tengono conto di altri aspetti che mi sono sfuggiti o ti sembrano imprecise ti prego di farmelo notare.
Saluti Giovanni
Durante l'estate, <ho lavorato>, più esattamente ho aiutato un amico a programmare Arduino Uno, Arduino Mega e altri cloni con shield tipo Xbee.
Mi sono reso conto che un primo approccio non solo hobbistico ma anche di “prototipazione” di progetti fimware diventa molto rapido e anche “relativamente” poco costoso.
Un clone di Arduino Uno costa (spedizione dalla Cina inclusa) sui 15-18 Euro. Un Arduino Mega 2560 costa sui 26-30 Euro.
Ora c'e anche ChipKit della Microchip, compatibile quasi totalmente con Arduino e molto più potente che è accessibile con 50-60 Euro (Originale).
Mi chiedo quale spazio rimane per le tue mitiche schede Freedom? Certo se uno deve apprendere la programmazione dei micro 16F o 18F sono utilissime ma …?
Mi pare che l'unico futuro sia quello della didattica applicata successivamente e di necessità alla progettazione che fa uso di chip della Famiglia 12F, 16F 18F.
Io sono ancora affezionato ai tuoi Freedom che uso per i miei progetti amatoriali, ma mi chiedo quando resisterò a passare ad Arduino o ChipKit che permettono una prototipazione del software molto più veloce di quella che si ottiene con MPLAB - HI TECH C o C18.
Se le mie considerazione non tengono conto di altri aspetti che mi sono sfuggiti o ti sembrano imprecise ti prego di farmelo notare.
Saluti Giovanni
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13 Anni 2 Mesi fa #2
da Mauro Laurenti
Risposta da Mauro Laurenti al topic Re: PIc16/18 e concorrenza Arduino
Ciao Giovanni,
effettivamente la tua domanda e' lecita. Alcuni punti di vista li ho descritti avvalendomi di una risposta di un altro utente nel seguente topic:
Arduino e Freedom II
Oltre a questo vorrei aggiungere qualche altra nota.
E' particolarmente difficile trovare progetti professionali che siano commercializzati facendo uso di un approccio tipo Arduino, tolto Arduino stesso.
Schede come Arduino e Freedom II occupano o meglio coprono utenze ed applicazioni diverse.
Arduino venne pensata per aiutare e permettere di utilizzare schede elettroniche piu' o meno complesse a chi dell'elettronica fa un hobby del weekend o dell'estate prima di partire in campeggio (montare qualche kit prima di partire).
E' stata pure pensata per gli artisti che spesso di elettronica non sanno molto ma visto che l'arte moderna include ormai tutto mettere "gingilli" elettronici ha il suo fascino.
Uno studente che usa Arduino rimane spesso (non sempre) ad un livello di astrazione elevato pur sviluppando applicazioni complesse.
Passare ad un altro microcontrollore anche Atmel richiede un grande sforzo che molti degli utenti Arduino non sono capaci di fare.
Chi impara i PIC o i microcontrollori usando Freedom II o schede di sviluppo equivalenti, sono costretti ad imparare l'architettura e i registri interni. Passare in un secondo momento ad altri microcontrollori e' cosa molto piu' facile.
lavorare piu' a basso livello ti permette di capire cosa ci sia dietro le quinte e quindi affrontare e e risolvere problemi complessi.
Imparare l'architettura permette inoltre di aprire la mente a soluzioni tecnologiche non banali.
Da un punto di vista professionale il livello di ottimizzazione dei codici che si ottengono con schede tipo Arduino e' piuttosto basso.
Inoltre gestire in maniera armonizzata eventi come le interruzioni diviene piu' complesso.
Per tali ragioni gran parte delle applicazioni emebedded che vengono messe sul mercato sono programmate direttamente in C- C++ o anche in assembly. I programmatori sono persone che conoscono come le loro tasche l'architettura del micrcocontrollore e spesso ne conoscono anche piu' di una.
Quindi la morale e' che se vuoi imparare e mantenere il controllo e' bene usare schede che costringano ad imparare l'architettura.
La strada e' piu' lunga e all'inizio si puo' passare anche per schede come Arduino al fine di facilitare l'apprendimento e alimentare la soddisfazione del realizzare qualcosa di funzionante in poco tempo.
Saluti,
Mauro
effettivamente la tua domanda e' lecita. Alcuni punti di vista li ho descritti avvalendomi di una risposta di un altro utente nel seguente topic:
Arduino e Freedom II
Oltre a questo vorrei aggiungere qualche altra nota.
E' particolarmente difficile trovare progetti professionali che siano commercializzati facendo uso di un approccio tipo Arduino, tolto Arduino stesso.
Schede come Arduino e Freedom II occupano o meglio coprono utenze ed applicazioni diverse.
Arduino venne pensata per aiutare e permettere di utilizzare schede elettroniche piu' o meno complesse a chi dell'elettronica fa un hobby del weekend o dell'estate prima di partire in campeggio (montare qualche kit prima di partire).
E' stata pure pensata per gli artisti che spesso di elettronica non sanno molto ma visto che l'arte moderna include ormai tutto mettere "gingilli" elettronici ha il suo fascino.
Uno studente che usa Arduino rimane spesso (non sempre) ad un livello di astrazione elevato pur sviluppando applicazioni complesse.
Passare ad un altro microcontrollore anche Atmel richiede un grande sforzo che molti degli utenti Arduino non sono capaci di fare.
Chi impara i PIC o i microcontrollori usando Freedom II o schede di sviluppo equivalenti, sono costretti ad imparare l'architettura e i registri interni. Passare in un secondo momento ad altri microcontrollori e' cosa molto piu' facile.
lavorare piu' a basso livello ti permette di capire cosa ci sia dietro le quinte e quindi affrontare e e risolvere problemi complessi.
Imparare l'architettura permette inoltre di aprire la mente a soluzioni tecnologiche non banali.
Da un punto di vista professionale il livello di ottimizzazione dei codici che si ottengono con schede tipo Arduino e' piuttosto basso.
Inoltre gestire in maniera armonizzata eventi come le interruzioni diviene piu' complesso.
Per tali ragioni gran parte delle applicazioni emebedded che vengono messe sul mercato sono programmate direttamente in C- C++ o anche in assembly. I programmatori sono persone che conoscono come le loro tasche l'architettura del micrcocontrollore e spesso ne conoscono anche piu' di una.
Quindi la morale e' che se vuoi imparare e mantenere il controllo e' bene usare schede che costringano ad imparare l'architettura.
La strada e' piu' lunga e all'inizio si puo' passare anche per schede come Arduino al fine di facilitare l'apprendimento e alimentare la soddisfazione del realizzare qualcosa di funzionante in poco tempo.
Saluti,
Mauro
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13 Anni 2 Mesi fa #3
da gcupini
Risposta da gcupini al topic Re: PIc16/18 e concorrenza Arduino
Ciao Mauro
ancora razie per la risposta, che condivido sicuramente per quanto riguarda la conoscenza HW dei Micro. Infatti il linguaggio che ti propone Arduino o il chipKit è un linguaggio "in scatola" che non ti fa capire come lavorano le componenti di Base del Micro come i registri o gli interrupt. Io sono in origine uno che si occupa di programmazione, e che ha attraversato con i PIC 12/16/18 tutta la fase di studio e di conoscenza del processore facendo ancge alcuni lavori in assaembler per poi passare ora al C HITECH, quindi non posso che condividere. Ma..!
La mia pur modesta esperienza mi dice che spesso si può programmare ad alto livello e dedicarsi all'assembler o al C solo se ci sono routine critiche che necessitano di un perfetto dominio di tempi di esecuzione.
La mia considerazione era quindi: La scheda "Ardu o ChipKit" consente una rapida prototipazione (visti i bassissimi costi) ma non impedisce di usare una programmazione in C o in assembler sulle parti critiche e sui progetti Finiti, si tratti di Micro ATMEL o Microchip.
Ti ringrazio ancora
Giovanni
ancora razie per la risposta, che condivido sicuramente per quanto riguarda la conoscenza HW dei Micro. Infatti il linguaggio che ti propone Arduino o il chipKit è un linguaggio "in scatola" che non ti fa capire come lavorano le componenti di Base del Micro come i registri o gli interrupt. Io sono in origine uno che si occupa di programmazione, e che ha attraversato con i PIC 12/16/18 tutta la fase di studio e di conoscenza del processore facendo ancge alcuni lavori in assaembler per poi passare ora al C HITECH, quindi non posso che condividere. Ma..!
La mia pur modesta esperienza mi dice che spesso si può programmare ad alto livello e dedicarsi all'assembler o al C solo se ci sono routine critiche che necessitano di un perfetto dominio di tempi di esecuzione.
La mia considerazione era quindi: La scheda "Ardu o ChipKit" consente una rapida prototipazione (visti i bassissimi costi) ma non impedisce di usare una programmazione in C o in assembler sulle parti critiche e sui progetti Finiti, si tratti di Micro ATMEL o Microchip.
Ti ringrazio ancora
Giovanni
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- gcupini
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13 Anni 2 Mesi fa #4
da Mauro Laurenti
Risposta da Mauro Laurenti al topic Re: PIc16/18 e concorrenza Arduino
Delle buone librerie e una buona documentazione credo possano rendere la vita molto piu' facile.
Ciononostante non si puo' raggiungere il livello di astrazione di alcuni tool che programmano Arduino con dei blocchetti grafici per mezzo del quale si costruisce il diagramma di flusso.
Non sono un masochista ma credo che per dare sfogo alla creativita' ci sia bisogno di liberta'.
Essere creativi permette anche di divertirsi e fare del progetto un pezzo di arte moderna (visto che ormai qualunque cosa puo' essere catalogato come arte moderna!).
Credo inoltre che la facilita' che hai trovato nel programmare Arduino discenda anche dalla tua preparazione passata.
Se vedi un blocco IF ad immagine o blocchetto, mentalmente sai quello che sta accadendo dietro le quinte...e questo non e' poco
Saluti,
Mauro
Ciononostante non si puo' raggiungere il livello di astrazione di alcuni tool che programmano Arduino con dei blocchetti grafici per mezzo del quale si costruisce il diagramma di flusso.
Non sono un masochista ma credo che per dare sfogo alla creativita' ci sia bisogno di liberta'.
Essere creativi permette anche di divertirsi e fare del progetto un pezzo di arte moderna (visto che ormai qualunque cosa puo' essere catalogato come arte moderna!).
Credo inoltre che la facilita' che hai trovato nel programmare Arduino discenda anche dalla tua preparazione passata.
Se vedi un blocco IF ad immagine o blocchetto, mentalmente sai quello che sta accadendo dietro le quinte...e questo non e' poco
Saluti,
Mauro
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13 Anni 1 Mese fa - 13 Anni 1 Mese fa #5
da Cosimix
Risposta da Cosimix al topic Re: PIc16/18 e concorrenza Arduino
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Ultima Modifica 13 Anni 1 Mese fa da Cosimix.
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